Il titolo del mio articolo si riferisce all'omonimo album composto dal trombettista forse più famoso della storia della musica : Miles Davis (1926-1991)
Quest'ultimo ha composto tra le tracce più belle dell'intero catalogo jazz di tutti tempi, ha venduto milioni di dischi alternando diversi stili espressivi per quanto riguarda il suono della sua tromba.
Questo è un punto da approfondire con attenzione, perché in qualche modo è la chiave di lettura che ci da la possibilità di entrare ( se pur minimamente ) nel genio e nella voglia di osare del nostro Davis. Si passa dallo stile Bebop degli inizi, al Cool ( con l' uscita di un altro grande album "Bags' Groove") , fino al free jazz, acid e modal suonati con sestetti e quintetti di assoluto valore ( in questi gruppi possiamo trovare gente "tosta" come Cannonball Adderley, John Coltrane,Bill Evans etc etc..)
Quindi come si può ben vedere, il trombettista statunitense non si è fatto mai mancare niente nella sua lunga e variegata carriera.
Molti critici musicali, hanno sempre riconosciuto un grande senso innovativo alle sue creazioni, considerandolo a ragione come uno dei musicisti più influenti del secolo scorso.
Tutto da ricordare e da amare, ma oggi voglio parlare di un ulteriore cambiamento ricercato da Davis: la famosa svolta elettrica.
"In a silent way" ( composto da sole due lunghe canzoni Shhh/Peaceful e In a Silent Way/It's About That Time di rispettivamente 18:00 e 19:56 minuti) fu pensato dopo subito dopo l'uscita di "Filles de Kilimanjaro "del 1969.
Il passaggio ad un suono più vicino al rock avvenne dopo poco, aiutato dalla casa discografica(Columbia) che produceva tutti i suoi lavori.
Infatti era il periodo che lo voleva: l'inizio dei '70 avrebbe portato un grande e nuovo impulso alla musica, dando una sterzata decisa da parte delle case discografiche verso il pubblico più giovane.
Quest'ultimo a sua volta, ascoltava molto più rock facendo rischiare l'eclissi del jazz più puro.
La Columbia spinse molto Davis a cambiare stile tanto da mettergli affianco i migliori musicisti della nuova onda jazz/rock: John McLaughlin, Herbie Hancock, Chick Corea ,Dave Holland e Joe Zawinul.
Davis accettò e scrisse l'album in questione, dando visibilità ai fenomeni sopracitati, cambiando aspetti fondamentali durante la registrazione( registrazioni multitraccia, pianoforte elettrico,organo, due bassi!!!, chitarre elettriche e acustiche) e togliendo la polvere da un genere quasi consumato dagli anni.
La prima traccia è splendida ( per me molto più decisa rispetto alla seconda), e si sente come gli strumenti vadano a cercare totale armonia con la tromba che ha sussulti improvvisi e pause "riflessive".Veramente importanti gli assoli del giovane McLaughlin, vero alter-ego di Davis.
Nella seconda traccia ( scritta dal recentemente scomparso Zawinul) si sente maggiormente la vena improvvisatoria del gruppo, è meno "studio" e più "genio", è una divagazione assolutamente scollegata dal tema centrale della canzone, ripreso vagamente durante lo svolgimento.
Ne uscì un lavoro sensazionale, con un buon numero di vendite,facendo mettere la base per la nascita di un nuovo genere: il fusion.
Negli anni successivi continuò a basare la sua produzione, con altri splendidi album, cercando la perfezione compositiva del suo personalissimo jazz/rock e andando a toccare perfino il funk.
Finisco con un paio di sue citazioni, e un ringraziamento al mio Ipod per ospitare ogni giorno almeno un lavoro di Miles Davis.
" Non suonare quello che c'è. Suona quello che non c'è "
"Perché suonare tutte queste note quando possiamo suonare solo le migliori?"
Mcfly